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Mutui, Abi: a dicembre tassi interesse al 2,02%, minimo storico
In ripresa anche i finanziamenti in essere: a novembre +1,7% anno
lano, 17 gen. (askanews) - A dicembre 2016 il tasso d'interesse medio sulle nuove operazioni per l'acquisto di abitazioni è sceso al 2,02%, nuovo minimo storico (era 2,05% a novembre 2016 e 5,72% a fine 2007). E' quanto emerge dal rapporto mensile dell'Abi. Sul totale delle nuove erogazioni di mutui quasi i due terzi sono mutui a tasso fisso: nell'ultimo mese la quota del flusso di finanziamenti a tasso fisso è risultata pari al 74,8%.

Sulla base degli ultimi dati ufficiali relativi a novembre, si conferma, anche per i finanziamenti in essere, la ripresa del mercato dei mutui, inizialmente colta con l'impennata di quelli nuovi. L'ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie ha infatti registrato una variazione positiva del +1,7% rispetto a novembre 2015.

 

Salta anche l'ultima 'A' dell'Italia, Dbrs taglia il rating
Roma - Persa anche l'ultima 'A'. Dbrs taglia il rating dell'Italia a 'BBB'. L'agenzia canadese era la sola delle quattro prese in considerazione dalla Bce ad aver mantenuto una 'A', anche se basso per il debito pubblico dell'Italia. La faccenda è alquanto delicata (come spiegano bene Il Sole 24 Ore e La Stampa).
In questo modo l'Italia perde l'ultimo giudizio 'A' dopo i downgrade di S&P, Moody's e Fitch. L'agenzia canadese spiega che "l'azione riflette una combinazione di fattori, inclusa l'incertezza sulla capacità politica di realizzare le riforme strutturali e la persistente debolezza del sistema bancario, in un periodo di crescita fragile". 
La decisione di Dbrs non giunge dunque inaspettata, soprattutto dopo la caduta del Governo Renzi, ma avrà immediate conseguenze perché finirà per influenzare il modo in cui la Bce calcola la rischiosità degli asset che le banche italiane dano in garanzia all'istituto di Francoforte in cambio dei prestiti. Convenzionalmente, la Bce calcola la rischiosità di questi asset in base al rating piu' alto assegnato dalle 4 principale agenzie e dunque, nel caso dell'Italia, faceva riferimento a quell'ultima A assegnata da Dbrs. Con il downgrade di questa sera la banca centrale europea dovra' scendere di un gradino e, di conseguenza, aumentare il cosiddetto 'haircut', ovvero la trattenuta effettuata sul valore dei titoli di Stato dati in garanzia dalle banche per prestiti ricevuti. 
L'haircut e', in parole semplici, il valore di mercato che viene sottratto a un asset quando e' usato come collaterale a garanzia sui prestiti. In generale i titoli del debito pubblico hanno un haircut abbastanza basso essendo considerati piu' sicuri dei titoli azionari. Per questo l'impatto reale dell'eventuale downgrade di Dbrs e' tutto da verificare. Secondo la Banca d'Italia, "avrebbe un effetto limitato sulla capacita' delle banche italiane di avere accesso ai finanziamenti della Bce", anche perche' le banche fanno un uso limitato di titoli del debito pubblico come collaterale nelle operazioni Bce. Va anche evidenziato che l'haircut che scatterebbe in caso di downgrade di Dbrs, non e' un costo in piu' da pagare per le banche italiane, ma riguarderebbe il collaterale in piu' da reperire per ottenere gli stessi prestiti. Ma la retrocessione resta. 
E' un'agenzia di rating del credito (CRA), la quarta più grande del mondo, con una quota di mercato globale del 2,5%. Fondata nel 1976 (originariamente conosciuta come Dominion di Bond Rating Service) a Toronto da Walter Schroeder, che vendette la società a un consorzio guidato da The Carlyle Group e Warburg Pincus nel dicembre 2014, ha uffici a New York, Chicago e Londra. Daniel Curry è il ceo dell'agenzia.  Dbrsè registrata alla United States Securities and Exchange Commission (SEC), e alla Securities and Markets Authority europea (ESMA). E una delle quattro agenzie di rating, insieme a concorrenti più grandi come Standard & Poors, Moody e Fitch, a essere riconosciuta dalla Banca centrale europea (BCE) determinare i requisiti di garanzia per il prestito.

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